Che cosa sono le imprese gazzella

 

Crescono a ritmo continuo e vertiginoso. Identikit delle start-up che stanno trasformando mercati e interi Paesi. Ma che in Italia sono ancora troppo poche

 

Fatturati in crescita e sviluppo

La transizione dall’era dell’elefante a quella della gazzella è in corso, anche se non mancano ostacoli e rallentamenti. Quando nel 1987 nel suo libro Job Creation in America l’economista David Birch coniò per la prima volta il termine «imprese gazzelle» definì così le compagnie in grado di raddoppiare le loro vendite ogni quattro anni. Oggi per gli economisti quest’espressione indica le piccole società con una crescita continua del fatturato (tra il 20 e il 25%) e soprattutto una naturale vocazione allo sviluppo. Nel 2016 ad esempio lo stesso Birch ha stimato che le gazzelle, circa il 4% delle aziende statunitensi, erano responsabili del 70% dei nuovi posti di lavoro creati nel Paese.

Rendite di posizione

D’altra parte negli affari, anche la longevità ha il merito. E gli studi degli ultimi anni dicono che oltre un terzo delle startup spariscono entro i primi tre anni dalla loro nascita. Un’economia dominata da aziende più vecchie può riflettere un’abilità unica di reinventarsi (vedi l’esempio della Nokia, fondata nel 1865). Ma il dominio delle imprese più anziane può anche riflettere un contesto in cui le barriere all’entrata, la regolamentazione o le pratiche protettive impediscono la «distruzione creativa» di schumpeteriana memoria. Ecco perché i dati ci dicono che le “gazzelle” sono piuttosto scarse nella maggior parte delle economie, in media circa il 5% di tutti i protagonisti del mercato.

Gli ostacoli alle gazzelle

Tre sembrerebbero essere gli ostacoli che si possono trasformare in trampolini di lancio: la strategia d’impresa, l’infrastruttura e le dinamiche di mercato. Lo spiega bene Verne Harnish in Scaling up. How a few companies make it… and why the rest don’t. Harnish, uno dei più ascoltati e innovativi consulenti aziendali statunitensi, offre in questo saggio gli strumenti per la creazione di un business che domini il mercato. Consigli che sarebbe bene ascoltare anche nel Vecchio Continente.

Londra, capitale delle startup

Uno studio interessante per capire la geografia delle imprese gazzelle in Europa viene dall’FT1000, ovvero la classifica del Financial Times che elenca le mille aziende europee che hanno raggiunto la maggiore percentuale di crescita dei ricavi tra il 2012 e il 2015.  Ebbene, il dato più interessante della ricerca è che ben 78 delle società presenti nella lista hanno sede nella capitale britannica, rendendo Londra un hub per l’innovazione e il commercio nell’Ue proprio mentre il Regno Unito si prepara a lasciare l’Unione. Parigi è seconda con 45 compagnie, seguita da Milano con 34 e Berlino con 32.

Investimenti, l’Italia è indietro

In questo scenario l’Italia, purtroppo, non appare ancora un Paese per “gazzelle”. L’ultimo report dell’Eurostat sulle Pmi pubblicato lo scorso dicembre afferma che le imprese ad alta crescita (in questo caso il 10% annuo per almeno tre anni) sono meno dell’1,5% di tutte quelle attive sul nostro territorio, complice in buona parte un tessuto poco favorevole al salto dimensionale o a progetti di innovazione e gli scarsi finanziamenti bancari ed extra-bancari. A questo si aggiunge – dato non secondario – che gli investimenti di capitale di rischio in Italia ammontano a poco più di 100 milioni l’anno, nove volte meno della Germania e otto meno della Francia.

Ofo, un esempio da seguire

Eppure gli esempi da imitare non mancano. Volendo analizzare una realtà presente anche in Italia, si può prendere il caso di Ofo, la start-up nata a Pechino nel 2014 che offre un servizio di bike sharing. Solo negli ultimi nove mesi Ofo ha raccolto 9 miliardi di dollari, in buona parte dal colosso Alibaba. Presentandola sul palco del Web Summit di Lisbona a novembre 2017, il padrone di casa Paddy Consgrave l’ha definita «la startup che sta crescendo più velocemente al mondo». È una storia esemplare: nata dall’idea di sei studenti programmatori dell’università di Pechino, ha risposto all’inizio al bisogno dei ragazzi che frequentavano il campus di avere a disposizione una bici che poteva essere presa ovunque, lasciata ovunque, usando un’app. Oggi, oltre alla Cina, Ofo è presenti in 20 Paesi e copre le distanze cittadine di 250 città con oltre 10 milioni di biciclette, tutte gialle. Una gazzella su due ruote.

2018-12-13T10:28:20+00:00